Decidere di navigare il mercato della formazione come professione e formare altre persone orientandole ai propri risultati ed alla leadership personale presuppone una qualità che raramente si denota nei formatori mediocri: la congruenza.
La congruenza è la sensazione che si percepisce quando si incontra una persona e, immediamente dalle prime battute, si dice: “Questa è una persona tutta di un pezzo!”
Una sensazione che si percepisce quando si interagisce con persone che sono allineate, ovvero, quando i valori che le guidano e le azioni che compiono sono in perfetta armonia. Quelle persone che fanno quello che dicono e sono da esempio prima di tutto a loro stesse.
Vi faccio un esempio: se andassi da un cardiologo e fosse grasso oltremodo e fumasse (ne conosco uno ed è primario presso un notissimo ospedale di Milano) probabilmente percepirei delle incongruenze. Se andassi da un dietologo obeso, probabilmente altrettanto. Se andassi da un trainer per imparare a fare “soldi” e questo fosse spiantato, mi metterei in dubbio se seguirne i consigli. Se andassi da un Coach e constatassi che non si cura della propria salute (mente e corpo sono indissolubilmente UNITI e interdipendenti), della propria immagine e che non ha raggiunto nessun risultato nella vita o, più semplicemente, non E’ quello che insegna, probabilmente scapperei via.
In Coach4Life siamo in tanti e condividiamo lo stesso sogno, seppur da angolature diverse. Queste persone, si spronano a vicenda per migliorare ed ampliare le scelte degli altri….a tutti i costi! Cerchiamo di essere uno il Coach dell’altro e, il miglioramento, è continuamente assicurato!
C’erano 4 cose sulle quali volevo lavorare dall’inizio dell’anno, per sentirmi davvero libero di scegliere: il tartufo, la paura della folla (vedi mio ultimo blog sul concerto di Vasco Rossi a Milano), smettere di fumare e iniziare a fare attività sportiva avendo preso un buon 10 kili dall’inizio dell’anno mangiando, molto spesso, in ristoranti.
Quando si parla alle persone di cambiamento e di evoluzione personale, in molti sono un pò restii ad affrontarlo perchè spaventate da ciò che possono diventare realmente. Si, sono spaventate dal vivere una vita migliore.
Siamo, in generale, molto attaccati alle nostre abitudini anche se, noto spesso lavorando con le persone, sono altamente dannose e non funzionali ad uno scopo “ecologico” nei propri confronti. Siamo anche poco inclini a compiere sacrifici, perchè non abbiamo “outcome thinking“, ovvero non pensiamo minimamente a come ci farà stare meglio il conseguire un obiettivo o vivere in maniera più funzionale. Quindi, la maggior parte dei problemi che la genta ha si può risolvere con 3 parole: Muovere il Culo! (dopo essersi formati certamente!!!)
Studiando PNL (Programmazione neurolinguistica) mi sono abituato sin dal primo Practitioner ad eliminare dal vocabolario il concetto di giusto e sbagliato, sotituendolo dalla parola FUNZIONALE ed ECOLOGICO.
Ebbene, siamo a Luglio 7 mesi da quando ho settato i miei 10 obiettivi a Capodanno: ho affrontato la paura della folla, ho smesso di fumare, corro 6 km in 33 minuti ed ho perso 7 kili (in un mese e mezzo) dei 10 che voglio perdere mangiando quello che voglio. Ciò, grazie alla Programmazione Neurloinguistica, la mia volontà e l’aiuto ed il supporto dei miei compagni di viaggio. E il tartufo? il tartufo da che lo evitavo a priori ora siamo diventati “amici”.
Se sono più felice di prima? Certo e più libero anche! Per diverse ragioni. Intanto mi sento molto meglio e, in più, ho raggiunto la congruenza (l’allineamento) che volevo prima nei miei confronti come persona e, poi, come formatore.
Vorrei far passare un messaggio chiaro ai nostri futuri Coach: per essere un buon COACH, un Leader o una guida per qualcuno, prima di tutto, bisogna esserlo di se stessi. Avere negli occhi e nel cuore quel senso senso di fierezza, direzione e accettazione è un buon inizio di Leadership personale perchè è come se trasparisse dal nostro inconscio: “Io faccio quello che dico!”.
Quando i 3 cervelli dei quali siamo dotati (testa, cuore e stomaco) dicono si all’unisono, danno il via a quella sensazione di fluidità che si ha da bambini quando ci si perde per “ore” facendo ciò che piace. Semplicemente…e, tutto il resto, viene in seguito!
Ricordo che da piccolo udii una frase che è mi rimase scolpita nella mente: fai quello che dico e non fare quello che faccio.
Oggi, a 40 anni, dico: la parola muove e l’esempio trascina!
E’ proprio vero, mi rendo sempre più conto, che se voglio generare cambiamento negli altri, devo prima viverlo su me stesso!
Amo il mio lavoro…e adoro vedere le persone crescere e cambiare, migliorando la loro vita!