Nella vita viviamo periodi emozionalmente diversi. Siamo umani.
A volte su a volte giù. A volte riceviamo notizie che ci fanno piacere altre invece che vorremmo non ascoltare. Esperienze per noi funzionali ed altre molto meno. A volte capitano anche tragedie e fatti davvero “pesanti”.
Giorno dopo giorno siamo esposti a sollecitazioni emotive a seconda delle situazioni e delle prove che siamo chiamati a vivere ed affrontare.
Ma come cavolo si fa a non venire sballottati su e giù a seconda delle cose che ci capitano???
Il Dr. Bandler, padre co creatore della Pnl, tra le tante sue citazioni durante i corsi dice:
“La vita non è come dovrebbe essere, la vita è quello che è.
E’ l’atteggiamento mentale con il quale la affronti che fa la differenza.”
In queste sole due righe vi sono racchiusi diversi aspetti, quando vengono interiorizzati appieno, possono profondamente aiutare le persone a stare e vivere davvero meglio!
La vita non è come dovrebbe essere.
Molte persone pensano che la vita fuori dalla propria testa debba essere come quella che hanno immaginato.
E’ anche vero che la felicità è quando la mappa (ciò che abbiamo in testa) coincide con il territorio ma, il più delle volte, prima che sia così, bisogna lavorare sodo su se stessi. E molto anche.
Le persone si creano delle aspettative mentali (ovvero come dovrebbe essere una certa cosa senza prima averla concordata) e si rendono conto a proprie spese che, il più delle volte, non è proprio così.
Li si sente dire:
“Non è stato come me lo aspettavo, hai deluso le mie aspettative”. Una aspettativa, come dice Richard, è la madre di tutte le cazzate. Perché?
Cosa è intanto una aspettativa? Secondo il vocabolario è l’atto, il fatto di aspettare, attesa.
In Pnl è il fatto di aspettarsi qualcosa senza averlo concordato.
Di creare nella propria mente una falsa credenza che tutto accadrà così come è stato pensato ed immaginato.
Un pò come rientrare a casa tardi dal lavoro, aspettarsi di trovare quel piatto che piace tanto già sul tavolo. Fumante e appena servito e, aperta la porta, rendersi conto di non avere una compagna e di essere single da 6 mesi :-).
Oppure, aspettarsi un aumento, non chiederlo, e vivere frustrati perché non lo si è avuto.
O ancora aspettarsi qualsiasi cosa dall’esterno o da se stessi senza fare nulla per ottenerlo.
L’assenza di aspettative nella vita consente la sorpresa e la meraviglia e non solo. Una aspettativa riguarda il futuro quindi, non averne, ti centra nel presente.
Aspettarsi qualcosa, in sostanza, è un filtro che distorce la percezione della realtà. Una “allucinazione” alla quale le persone iniziano a credere e convincersi per poi, ritrovarsi, inevitabilmente delusi.
La Vita è quello che è!
Intorno a noi accadono milioni di cose ogni nanosecondo che viviamo. La nostra capacità di elaborare informazioni è descritta nel trattato scritto da J.Miller nel 1956: “il Magico Numero 7 +o- 2” .
Miller scopre che la capacità di elaborazione da parte del cervello umano è di soli 7 +o-2 “pezzi” di informazioni alla volta.
Se pensate che la realtà trasmette a 14.000.000 di pezzi di informazioni al secondo in ogni istante, capite bene che molte delle informazioni che ci arrivano, vengono in un qualche modo cancellate. Se potessimo essere consapevoli di tutto ciò che c’è in una una sola volta, forse, ci esploderebbe il cervello!
(Chi di voi non ha notato la parola “una” duplicata? Se ve la siete persa allora il vostro cervello l’ha cancellata 🙂 )
La realtà non può essere controllata. E noi abbiamo un grande limite che è anche l’unica nostra risorsa: i 5 sensi.
L’unica “cosa” su cui possiamo avere il controllo è su noi stessi ed i nostri pensieri e percezioni. Null’altro.
Il senso è che possiamo controllare la macchina su cui stiamo viaggiando ma non abbiamo potere sulle altre che circolano insieme a noi.
Nessuno vuole fare gli incidenti e sta attento eppure, inevitabilmente gli incidenti accadono lo stesso.
Uno dei grandi insegnamenti di Richard B. è che quando succede qualcosa di importante nella vita di qualcuno, magari di spiacevole, si sente verbalizzare:
“Non riesco a superare questa cosa. E’più forte di me”.
Beh, la realtà dei fatti è che la cosa ti ha già superato ed è passata e nulla è più forte di te a meno che non sia tu a pensarlo.
Al limite è la capacità di accettazione a dover essere allenata e, visto che l’unica cosa buona del passato è che è passato possiamo pensare anzichè alle cose non andate come avremmo voluto a tutte quelle risorse che abbiamo utilizzato e sviluppato per risolvere ciò che ci è capitato e che, in un modo o nell’altro, ci ha reso le persone che siamo.
E’ la mente che ha bisogno di lasciare andare. Non gli eventi a dover cambiare.
E’ l’atteggiamento mentale con il quale la affronti che fa la differenza.
Leggevo ieri l’articolo di una signora di 74 anni la quale, dopo forti dolori allo stomaco si reca dal medico. Dopo opportuni esami di routine e più approfonditi le trovano un tumore.
La signora, una tipa forte, determinata nella vita chiede:
“Beh Dottore, mi dica, quanto tempo ho?”
Il Dottore risponde:
“Signora, dagli esami, le rimangono sei mesi….”
La signora, facendo un sospiro di sollievo replica: “Fantastico, ho ancora sei mesi per guarire!”
E così accadde, dopo sei mesi il tumore si era riassorbito e lei si guarì. Ma non è l’unica, ci sono milioni di esempi nel mondo di guarigioni spontanee ed il denominatore di ognuna, immaginate quale è stato? L’atteggiamento mentale di fiducia nei propri mezzi, nel futuro e nella vita.
Un altro esempio di atteggiamento mentale vincente ce lo fornisce Zanardi (il pilota di formula uno) il quale, dopo l’incidente che gli portò via entrambe le gambe in un colpo solo, tirato fuori dall’auto disse:
” Meno male, c’è tutto il resto!” e si riprese alla grande.
Tutti nasciamo con questo atteggiamento. Pochi lo sanno. Nessuno lo tira davvero fuori.
Molti si “abbacchiano” di fronte alle difficoltà, si lamentano e passano il tempo a piangersi addosso.
La bella notizia è che si può cambiare e, come molti sopravvissuti all’olocausto, ritrovare la felicità pensando al meglio che deve ancora venire. A proposito di Olocausto, una volta il Dr. Bandler intervistò un reduce dai campi di concentramento al quale avevano ucciso davanti agli occhi tutta la famiglia in modi che preferisco non descrivere.
Richard gli chiese:
“Come hai fatto a superare tutto ciò e continuare a vivere?” (Perché dopo ciò che aveva visto e sofferto vi posso garantire che ci vuole davvero una forza immensa per farlo n.d.r.)
Il signore gli rispose:
“Avevo due possibilità dargliela vinta oppure creare dentro l’unico posto in cui non potessero entrare, una realtà diversa. Ho immaginato tutti i giorni, nella mia mente, di avere una serra con centinaia di piante rigogliose che curavo, potavo, davo l’acqua. Era così “reale” nella mia testa che mi sono rifugiato li dentro per tutto il tempo.
Mi hanno tolto tutto, tranne che il mio mondo interiore. Ecco come ho fatto a sopravvivere ed ad andare avanti. La mia felicità è pensare che loro pensano di aver vinto ma, nella mia realtà, ho vinto io.”
Vivere bene è un’arte che si può imparare. Non ci viene insegnata a scuola. Magari lo facessero.
Ci vuole allenamento e costanza e poi, ricordatevi, per essere felici ci vuole un piano!
Per concludere…Fritz Perls, padre della Gestalt Therapy, ha scritto, secondo me, uno degli ingredienti più funzionali ad una vita felice attraverso la “Preghiera della Gestalt”. Più o meno fa così:
“Io sono io. Tu sei tu.
Io faccio la mia cosa. Tu fai la tua cosa.
Io non sono al mondo per soddisfare le tue aspettative.
Tu non sei al mondo per soddisfare le mie.
Se ci incontreremo sarà bellissimo;
altrimenti non ci sarà stato niente da fare.”
Fritz Perls
Semplicemente Geniale!
Se vuoi venire ad elaborare il tuo “piano di vita” con me ti invito al corso di una giornata che tengo il 1° di Marzo in Toscana.
Scoprirai le basi della mia passione, la Programmazione Neuro Linguistica ed il divertente modello di Insights Discovery per riconoscere le tue “preferenze” comportamentali, conoscere quelle degli altri e metterti in “sintonia” con ognuno per raggiungere risultati “relazionali” al TOP!
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