Se avete già letto il mio ultimo articolo su questo innovativo modello di insegnamento della lingua inglese, sapete già che parte dal presupposto che fare pratica della lingua e più funzionale che studiarla sui libri.
Se non lo avete ancora letto potete farlo qui.
D’altro canto, a scuola, ci siamo arrivati che già parlavamo l’italiano semplicemente perché lo abbiamo “vissuto” con gli amici in cortile, con i genitori, con chi frequentava casa, con la tele e tutto un ambiente che mandava “segnali” in Italiano.
Il resto lo ha fatto la capacità del nostro cervello di creare spontaneamente neuro-associazioni tra suoni, significati ed immagini visive.
Quindi perché è così efficace l’English Coaching?
Semplice, utilizza il naturale sistema del cervello di immagazzinare le informazioni e di recuperarle.
Il trucco? Mettere a bagno il cervello nella lingua inglese il più a lungo possibile, fornire strumenti utili alla memoria per imparare ad associare, efficacemente ed attraverso la propria neurologia, le informazioni.
Dalla prima all’ultima sessione si fa così tanta pratica che ci sono stati alcuni clienti che mi hanno detto di aver anche iniziato a sognare in inglese dopo i primi due giorni!
Per arrivare a fare ciò chiedo sin da subito di cambiare i settings del telefono, del pc e di iniziare a guardare i film in lingua originale sottotitolati in Inglese. E molto di più.
Fornisco loro lo studio del modello che racchiude le 1099 parole più utilizzate nella lingua e le regole per ricordarsi più di 4000 parole già presenti nella propria mente in italiano ed identiche in inglese.
Tutto il resto è….pratica che facciamo insieme 🙂 tra testi, canzoni, film, tantissima conversazione, molte molte risate e non solo.
Tra tutti i clienti che ho seguito fino ad oggi ho scoperto che, tra chi l’inglese lo ha già studiato a scuola, molti lo capiscono, lo leggono, addirittura lo scrivono ma, parlarlo, scatena reazioni emotive che certo non aiutano a ricordare le parole o a comporre le frasi visti i rush di sostanze neuro inibitorie ai quali, le persone, si sottopongono.
Eh si. Quello che viene definito “stress” (o agitazione) è il risultato di un processo mentale che “blocca” letteralmente lo scorrere di sostanze funzionali al recupero delle informazioni impedendo il funzionamento ottimale del cervello.
La persona “pensa” di non essere in grado di parlare bene la lingua ma, in realtà, sono le sostanze che ha in circolo che glielo fanno dire, non è la realtà.
Ecco il perché di quando dico che parlare una seconda lingua è 5% la conoscenza della lingua stessa e, il 95%, liberarsi da convinzioni limitanti, della paura di sbagliare oppure della paura di venire giudicati.
Durante tutto il percorso infatti, partendo dalle prime ore di sessione, si “ristruttura” profondamente il sistema di credenze sapendo che non ci serve parlare come un Inglese che lavora all’Università o all’M.I.T e che, scoprirete, bastano 1000 parole per farsi capire e comunicare agevolmente.
E poi, se ci pensate, Don Lurio è stato in Italia per tantissimo tempo al pari di Heather Parisi e Dan Peterson…vi sembra parlino perfettamente? No! Parlare perfettamente un’altra lingua è utopistico, non ha senso e, sopra ogni cosa, non serve.
Quando un cliente si sente a proprio agio anche quando sbaglia (e si diverte nel farlo) è più portato ad esporsi e, di conseguenza, ad imparare. Perchè?
Perché a scuola ci hanno insegnato che “sbagliare è sbagliato” mentre, per imparare, è un passaggio obbligato.
Jim Rohn, nelle 7 chiavi del successo personale, scrive che per fare bene una cosa devi essere disposto a farla male all’inizio.
Personalmente, insegnando anche Pnl, nell’English Coaching incoraggio le cose che vengono fatte bene, ogni parola ricordata, ogni frase pronunciata, ogni tentativo di comunicare e, ciò, infonde sicurezza in chi sta apprendendo.
Essere liberi di sbagliare equivale a sentirsi liberi di imparare. Ricordatevi questo concetto se avete figli.
L’esperienza con questo nuovo modello mi ha insegnato che è meglio che la persona “stacchi” dal mondo al quale è abituata e si immerga, con tutti i sensi, all’interno del processo di studio e di apprendimento ecco perché, chi vuole fare questa esperienza si “trasferisce” letteralmente a Lodi per il tempo necessario.
Quando tutto il sistema mente e corpo sono orientati ad un obiettivo sotto il quale c’è una forte intenzione di riuscita, tutto diventa più semplice.
E, ciò, non solo nell’apprendimento ma nella vita di tutti giorni.
Ieri, ad esempio, sono terminati 3 giorni di full immersion di una mia cliente. E’ già una trainer in Pnl quindi, la sua mente, la sa già usare bene e molto anche. Ciò ha facilitato molto il mio lavoro, devo ammetterlo.
Ebbene è stata la bellezza di 30 ore in 3 giorni “a bagno” nel modello di insegnamento e nella lingua.
Il risultato? Sorprendente!
Salta il processo di traduzione mentale da italiano all’inglese e viceversa, ricorda già più di 2000 vocaboli e parla più fluentemente di quanto facesse quando è arrivata qui il primo giorno capendo i film in lingua originale sottotitolati in inglese e, udite udite, i video del Dr. Bandler senza sottotitoli.
Soddisfatto? Certamente!
Ed è uno stato d’animo che provo spesso quando lavoro con le persone e sapete perché?
Perché il mio obiettivo è la soddisfazione del cliente.
La soggettiva predisposizione che ha ad imparare, i canali preferenziali con i quali lo fa ed il fatto che, se si trova di fronte a me, si fida del mio lavoro e della mia professionalità.
Visto che io il mio lavoro lo amo letteralmente, tutto diventa molto più semplice, efficace e divertente.
Quando avrai deciso anche tu di imparare l’inglese, fammelo sapere. Sarò il tuo English Coach e ti aiuterò a tirare fuori l’inglese che è già dentro di te 🙂 mentre ti divertirai nel farlo.
Have a great life!
Marcello